11 febbraio 2018
La Valle Buia
acc. Adriano

Si tratta di una escursione di media difficoltà, con una breve ma impegnativa salita nella prima parte del percorso, che può dare qualche difficoltà ad un principiante, ma facilmente superabile per chi è abituato a camminare in montagna. Il resto del percorso si svolge su sentieri, strade bianche e alcuni brevi tratti di asfalto sulle pendici del Montalbano, con un dislivello di circa 400 m. e una lunghezza di circa 12 Km.
L'escursione si svolgerà per l'intera giornata, pertanto munirsi di cibo e bevande (possibilmente calde).
In questo periodo dell'anno i sentieri possono essere scivolosi, si consiglia l'uso dei bastoncini.
In caso di pioggia l'escursione potra essere riproposta la domenica successiva.

Primo ritrovo, per una eventuale prima colozione, ore 8,30 in Piazza della Libertà inizio Via Fucini a Vinci.
Secondo ritrovo ore 9,00 al parcheggio di Anchiano ( casa natale di Leonardo )  dove inizia l'escursione.

Per motivi organizzativi dare conferma della propia partecipazione entro le ore 12 di Sabato 10 Febbraio all'acc. Adriano mail adrianoassedi@yahoo.it - cell. 3472624448

 

Alcuni cenni sull'attrattive che troveremo lungo il percorso:

La valle, spesso in ombra, favorisce un tipo di vegetazione tipica delle zone umide, come il vicino padule di Fucecchio.   Lungo il tragitto si possono incontrare ben cinque mulini, da quello storico, cinquecentesco, ancora imponente del Baldassini ad altri quattro, in gran parte diroccati, ma che ancora mostrano le caratteristiche delle antiche strutture, con gli archi, le deviazioni, le canalizzazioni, le antiche gore .
Le acque operose che servivano a movimentare gli antichi mulini sono quelle del rio di Balenaia che nasce poco sopra la forra, piena di altissimi ontani che quasi coprono il cielo, per tale motivo detta appunto di Valle Buia, in antichità anche Forra Santa.

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..............................................Rio di Balenaia......................................Resti di un vecchio mulino


Il Barco Reale era una delle più vaste e importanti bandite di caccia realizzate dai granduchi medicei fra il secolo XVI e il secolo successivo. Era un "recinto di muro" che si snodava per oltre cinquanta chilometri, con un'altezza di due metri, racchiudendo tutto il crinale del Montalbano da Artimino a San Baronto.

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.............................Resti del Barco Reale ..........................Barco Reale in una mappa settecentesca

Proseguendo sul nostro percorso, si incontra la località di Sant'Amato con la Pieve di San Pietro. La tradizione vuole che sia stata edificata per volontà della Contessa Matilde di Canossa intorno al 1100. La piccola chiesa presenta ancora forme prettamente romaniche nel tetto a capanna, nell'abside semicircolare e nel paramento murario delle fiancate.  

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..........................................Pieve di San Pietro..................................Resti della Torre di Sant'Alluccio

La Torre di Sant'Alluccio fu eretta tre secoli prima dell'anno mille. Serviva come rifugio per i numerosi viandanti che attraversavano quei luoghi selvaggi. Era un'epoca in cui non mancavano i pericoli, compresi quelli derivanti dalle aggressioni dei banditi che si appostavano sui monti. Annessa all'antico Romitorio, c'era una cappella che nel corso dei secoli, fu trasformata in edificio rustico ad uso dei contadini che vi abitarono, dopo che il complesso perse la sua primaria funzione.
Dotata di una bella torre merlata (oggi distrutta). L'intera costruzione è in completo stato di abbandono. La leggenda narra che fu edificata dal monaco francese Alluciem, che con altri due compagni Justis e Barontes, lasciò il monastero di Cluny, da cui aveva preso il nome dall'ordine a cui appartenevano; Cluniacense. I tre monaci si trasferirono su questi monti in tre luoghi diversi. Ognuno di loro edificò una cappella e un romitorio.
Questi luoghi (San Baronto, San Giusto al Pinone e Sant'Alluccio) presero e tutt'oggi hanno il nome dei tre frati francesi. La leggenda vuole che i tre frati si passassero, da un luogo all'altro, la mestola per murare i tre edifici. In questi edifici i pellegrini non solo venivano rifocillati, ma nel caso che ne avessero bisogno venivano curati anche fisicamente.  


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..................................................................Casa natale di Leonardo

Immersa tra gli olivi secolari del Montalbano, in un paesaggio quasi immutato nel tempo, la casa Natale di Anchiano è il luogo simbolo del legame di Leonardo con la sua città.  

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